Pratiche commerciali sleali: alcune riflessioni giuridiche ed un recente caso giurisprudenziale

Pratiche commerciali sleali: alcune riflessioni giuridiche ed un recente caso giurisprudenziale

di: Avvocato Valeria Pulllini

Quale sia la norma da applicare a fronte della violazione del principio del leale esercizio del commercio perpetrata a mezzo di pratiche sleali di informazione sugli alimenti non è di semplice né immediata individuazione.
L’avvocato Valeria Pullini procede ad una breve analisi delle due norme di riferimento – il Reg. (UE) n. 1169/2011 (in particolare, l’art. 7) e la Direttiva 2005/29/CE – al precipuo fine di individuare l’autorità amministrativa in sede nazionale, competente all’accertamento della violazione e all’irrogazione della relativa sanzione, e cioè per capire quando l’autorità sia l’Antitrust (attraverso l’AGCM) o l’ICQRF.

Infine analizza il caso recentissimo (maggio 2024)  di una Società alimentare che ha promosso ricorso avanti al TAR per il Lazio (Roma) ai fini dell’annullamento di un provvedimento dell’AGCM (caso, questo, in cui l’attribuzione della competenza all’AGCM poteva anche essere messo in discussione), che le contestava il reato di pratica sleale di informazione sugli alimenti perpetrata attraverso il claim ingannevole “75% ricoperto farcito cuor di cacao”, presente sul frontpack delle confezioni. Detto claim induceva a pensare che la percentuale di cacao fosse riferita all’intero prodotto, mentre riguardava solo l’involucro esterno a base di cioccolato fondente. Il TAR si è pronunciato nel merito della questione rigettando il ricorso.